Da base militare ai voli commerciali: la storia del “Ridolfi”
L’aeroporto di Forlì, situato nel cuore della Romagna, ha un passato ricco di fascino e significato. Dal suo umile inizio come base militare durante la Seconda Guerra Mondiale, all’evolversi in un hub vitale per i viaggiatori, l’aeroporto di Forlì ha sempre rappresentato un punto di riferimento nella storia dell’aviazione locale. Attraverso guerre, cambiamenti politici e trasformazioni socio-economiche, questo aeroporto ha continuato a servire come ponte tra il passato e il futuro, testimone delle vicende che hanno plasmato l’Italia e il mondo. Esploriamo l’affascinante viaggio dell’aeroporto di Forlì, dalla sua fondazione ai giorni nostri, scoprendo le sue trasformazioni, i suoi successi e il legame indelebile con il territorio romagnolo.
La nascita del “Ridolfi” e la distruzione durante la Seconda Guerra Mondiale
Era il 1933 quando iniziarono le pratiche per l’apertura del “campo d’aviazione” di Forlì, nell’area a est della città situata tra i quartieri Ronco, Bussecchio e la frazione di Carpena. In soli 14 mesi si passò da un’area boschiva punteggiata di vecchie case coloniche ad una grandiosa infrastruttura (il più grande aeroporto militare costruito in Italia) comprensiva di una palazzina di comando, officine, caserme, uffici, aviorimesse e un sistema di viali che collegavano tutte le zone con semplicità.
Il 19 settembre 1936, alla presenza di Benito Mussolini e del duca Amedeo d’Aosta, venne ufficialmente inaugurato l’Aeroporto di Forlì intitolato all’aviatore forlivese “Luigi Ridolfi” tragicamente scomparso nel 1919 in un incidente aereo. Qui si trasferì il 30° Stormo del campo di volo di Poggio Recanatico (FE) e la pista del Ridolfi venne inizialmente utilizzata come pista di prova e di varo degli aerei militari.
L’Aeroporto di Forlì pagò presto il conto di essere la più grande base militare italiana: durante la Seconda Guerra Mondiale infatti lo scalo forlivese subì pesantissimi danni a causa dei bombardamenti degli alleati e dell’occupazione tedesca; è tristemente famoso l’episodio dell’“eccidio di Forlì”, una delle stragi perpetrate proprio dai tedeschi nel settembre del 1944 durante la quale vennero uccise oltre 40 persone, la maggior parte delle quali non ancora identificate, ed i corpi vennero seppelliti proprio nelle buche di bombe d’aereo presenti all’Aeroporto. Dal 22 aprile 2007 una lapide ricorda quanto avvenuto con queste parole: “Un distaccamento di fanatici nazisti li uccise segretamente e li seppellì in buche di bombe d’aereo all’aeroporto di Forlì nel settembre 1944. I loro nomi rimasero ignoti, i loro corpi non identificati. Dopo 63 anni la comunità forlivese e i familiari incidono i loro nomi sulla pietra per tramandare memoria alle future generazioni”
La seconda vita dell’Aeroporto di Forlì: l’Aero Club e i passeggeri
Occupato dagli alleati prima e abbandonato poi, l’Aeroporto di Forlì rimase abbandonato fino al 1950: è questo l’anno in cui nei dintorni venne avvertita la prima campanella della scuola di volo dell’Aero Club di Forlì, una vera istituzione grazie alla quale hanno visto la luce alcuni dei migliori piloti dell’epoca e che è rimasta attiva fino al 1996.
Sempre in quegli anni venne costituita la Società Esercizio Aeroporti di Forlì S.p.A (SEAF) con l’obiettivo di convertire l’impianto verso un’attività di volo prettamente a carattere civile. Questa nuova identità dello scalo prese vigore con la costruzione dell’attuale Aerostazione e l’inizio dell’attività di trasporto passeggeri e merci, che si rivelò fin da subito particolarmente florida. Purtroppo, anche questa seconda fase della vita dell’Aeroporto, richiama alla memoria due tragici incidenti:
– il primo, avvenuto il 5 maggio 1963, quando due aerei delle Frecce Tricolori si scontrarono in volo durante un’esibizione. Uno dei due piloti, non riuscendo ad eiettarsi prima dello schianto a terra, perse la vita;
– il secondo, avvenuto il 10 dicembre 1979, quando un aereo in fase di atterraggio urtò accidentalmente un edificio a causa della scarsa visibilità e finì per schiantarsi contro un’abitazione posizionata in linea con la pista d’atterraggio; nell’incidente persero la vita 5 persone: il comandante, il copilota e l’industriale Serafino Ferruzzi a bordo dell’aereo e Libero e Fiorella Ricci, padre e figlia che si trovavano nell’edificio colpito dal jet.
I primi anni ‘2000 al Ridolfi: un’altalena di avvenimenti
È il 2000 quando, dopo un importante intervento di rinnovamento dei locali, viene incrementato il traffico commerciale e passeggeri del Ridolfi, battezzato nel maggio del 2021 con l’atterraggio a Forlì del primo Boeing 747. Grazie a queste opere di ampliamento, il traffico passeggeri passo dai 72.000 annuali del 2021 ai 708.000 del 2007.
In seguito ad un mancato accordo tra la compagnia irlandese Ryanair e la SEAF, l’Aeroporto vive un drammatico calo del traffico passeggeri che – contestualmente allo spostamento della base operativa della società siciliana Wind Jet da Forlì a Rimini – porta lentamente lo scalo alla chiusura definitiva nel marzo 2013. L’Aeroporto rimarrà chiuso fino al 2021.
F.A. Srl, la rinascita dell’Aeroporto di Forlì
A credere fortemente nello scalo forlivese è Giuseppe Silvestrini che, con la società Forlì Airport Srl, ottiene nel 2018 la concessione per la gestione dell’Aeroporto e nel 2020 il Certificato di Aeroporto da ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile).
A causa della contestuale pandemia, la ripartenza effettiva dei voli da Forlì viene rimandata all’anno successivo: il 30 marzo 2021, con il volo Forlì – Catania, viene ufficialmente inaugurata la stagione dei voli dal Ridolfi sotto la gestione F.A. Nel 2022 inoltre, la società è riuscita a riportare Ryanair all’Aeroporto con due rotte diverse, verso Katowice e Palermo.
Oggi, nel 2024, l’Aeroporto “Luigi Ridolfi” di Forlì opera con i vettori Ryanair e GoTo Fly e consente ai passeggeri di raggiungere 14 destinazioni in Italia e in Europa. Sotto la guida della società F.A. Srl una nuova stagione ricca di novità per l’Aeroporto di Forlì è ufficialmente partita e pronta a riportare il traffico passeggeri ai numeri che hanno reso protagonista lo scalo forlivese nella storia dell’aviazione civile!